Il 23 aprile è stato sottoscritto l’atto di acquisto del terreno di due ettari confinante con quello sul quale sorge il Villaggio della Speranza.
Il prezzo pagato per la nuova terra è stato di 900.000 scellini kenyoti, che equivalgono a circa 8.200 euro.
Grazie ai generosi contributi di molti soci ed amici, è stato possibile raccogliere buona parte di questa ingente somma.
L’investimento è stato importante, ma le potenzialità di questo nuovo appezzamento di terra valgono ben oltre il prezzo pagato.
Innanzi tutto sarà possibile redistribuire su uno spazio più ampio gli edifici che completeranno il Villaggio della Speranza.
Questo progetto vedrà presto l’inizio dei lavori di costruzione del secondo drmitorio, molto probabilmente entro la fine del 2012.
Nel frattempo il terreno avrà un’altra destinazione d’uso.
Verrà infatti impiegato per coltivazioni, i cui frutti contribuiranno al sostentamento della gestione ordinaria dell’ostello.
Già ora il trreno è stato seminato con fagioli e mais, approfittando della stagione delle piogge attualmente in corso in Kenya.
Ci sono anche degli alberi da frutta, che i precedenti proprietari avevano piantato diversi anni addietro.
Con queste nuove risorse si potrà provvedere in buona parte al fabbisogno alimentare degli ospiti dell’ostello.
Dal mese di giugno, inoltre, verrà rescisso il contratto di affitto del terreno che negli ultimi due anni è stato impiegato per le coltivazioni.
Questa novità permetterà finalmente di abbattere una spesa fissa, alla quale si dovevano aggiungere i costi di trasporto, in quanto il terreno era lontano dal Villaggio della Speranza.
L’investimento, quindi, comincia a dimostrarsi molto redditizio fin dai primissimi giorni!
Oltre a tutti questi preziosi vantaggi, la nuova terra offre ampi spazi ai bambini ospiti dell’ostello: avranno modo di svolgere tutte le loro attività all’aria aperta in un posto sicuro e a stretto contatto con la natura!
Riteniamo che questo aspetto sia molto imporante per i bambini: molti di loro, infatti, fino all’anno scorso abitavano in zone aride ed erano vittime di abbandono e in alcuni casi di violenze familiari.
Oggi, invece, possono intraprendere il loro nuovo cammino sulla strada di una vita più serena in un ambitente non solo sicuro, ma anche sano, dove il contatto con la natura e le sue risorse costituirà un vero e proprio carburante per affrontare il lungo persorso che hanno davanti a sè.